martedì 7 luglio 2015

IL BILANCIO ENERGETICO DEL RECUPERO MECCANICO

I lavori di recupero degli idrocarburi sversati hanno un elevato costo energetico oltre a causare un inquinamento secondario causato dall'uso di motorizzazioni inquinanti.

Inoltre all'utilizzo di tecnologie antidiluviane, il maggior contributo all'aumento dell'energia consumata durante i lavori è causato dalla diminuzione di efficienza dello skimmer utilizzato, ovvero, l'aumento del volume di acqua nella sostanza recuperata.

Ad esempio, uno skimmer a stramazzo recupera una grande quantità di acqua che varia dal 50% (spessore strato sopra 25 mm) ed il 90% (spessori tra 1 e 8 mm), ciò significa che se siamo di fronte a una fuoriuscita di 1.000 m3 di idrocarburi recupereremo tra i 1.000 m3 e 9.000 m3 di acqua. Tra altre cose, stiamo moltiplicando per 10 il tempo necessario per la bonifica degli idrocarburi sversati.

Uno skimmer selettivo (spazzole, dischi, tamburo) può funzionare con un rendimento massimo del 95% (5% di acqua nella sostanza recuperata) che sarà notevolmente ridotto dal movimento delle onde, fino al 50%. In questo caso si recupererano tra 50 m3 e 1000 m3 di acqua, quest'ultimo è il caso più probabile.

La conseguenza di questa inefficienza degli skimmer è un aumento dei costi energetici nelle operazioni di recupero così suddivisi:

1. Aumento del tempo di funzionamento degli skimmer. Nel caso di un skimmer che lavora al 50% di efficienza dobbiamo operare il doppio del tempo rispetto ad un'operazione ideale (100% di efficacia). Uno skimmer selettivo che lavora al 50% consuma 66 kWh fronte agli 35 kWh dello skimmer con un'efficienza del 95%.
2. Aumento del consumo totale delle pompe di trasferimento tra skimmer e serbatoi di stoccaggio temporaneo. Nel caso di un skimmer a stramazzo lavorando con spessori di idrocarburi superiori a 25 mm l’energia necessaria per spingere i 1.000 m3 di olio sversato più altri 1.000 m3 acqua è 1.120 kWh mentre nel caso di spessori inferior al centimetro il consumo sale fino ai 5.600 kWh. In una situazione ideale, considerando una efficienza del 95%, il consumo sarebbe pari a 590 kWh, tra un 50% ed un 90% inferiore ai casi reali.
3. Aumento del consumo totale delle pompe di rilancio tra i serbatoi di stoccaggio temporaneo ed il separatore acqua-olio. Saremo in una simile situazione punto 2.
4. Costo energetico della separazione dei due fluidi. Già nella nave che da suporto ai lavori dovremo separare la maggior parte dell'acqua dagli idrocarburi, con l’aiuto di un separatore. Quest’acqua dovrebbe avere un contenuto di acqua inferiore a 15 ppm di idrocarburi. Il costo energetico di questa operazione è pari a 1.800 kWh nel primo caso di studio e 16.200 kWh nel secondo. Se avessimo lavorato con un sistema di recupero veramente efficace (95%), avremmo consumato 100 kWh per 1.000 m3 di olio sversato.





I calcoli di cui sopra sono estremamente indicativi e potrebbero subire variazioni significative a seconda di molti fattori, ma offrono una conferma eclatante della necessità di migliorare i metodi di recupero di olio versato, perché non solo si parla di un costo economico, ma di un costo elevato in termini di operatività, la reattività e l'autonomia dei mezzi.